Il seguente contenuto è una prefazione di questo articolo: https://doi.org/10.1007/s00431-024-05564-w.
Lo sviluppo in salute dei bambini nei primi anni di vita dipende dalla “nurturing care” che garantisce un buono stato di salute, un’alimentazione adeguata, un atteggiamento genitoriale “responsivo”, protezione e sicurezza e opportunità di apprendimento precoce.
L’individuazione dei fattori di rischio modificabili e di fattori prognostici in periodi critici dello sviluppo può contribuire allo sviluppo di strategie efficaci di prevenzione e di intervento.
Gli studi longitudinali sulle coorti di nascita (birth cohort sudies) rappresentano lo strumento metodologico più appropriato per valutare l’impatto di determinanti pre/peri/post-natali sullo sviluppo e la salute dei bambini. Le esperienze condotte fino a oggi in Italia riguardano campioni di numerosità limitata, in specifici contesti geografici o per specifiche condizioni sanitarie.
Il presente studio si avvale di “dati correnti” raccolti in modo sistematico e omogeneo dai pediatri di famiglia partecipanti a NASCITA nella propria attività clinica, di advocacy e presa in carico del bambino. Il campione dello studio è rappresentativo della realtà italiana, in termini di distribuzione geografica e contesti di vita (metropolitano, urbano e rurale).
La partecipazione su base volontaria può esprimere anche un limite alla rappresentatività della realtà italiana, in quanto i pediatri partecipanti (in gran parte dell’Associazione Culturale Pediatri) potrebbero essere più motivati e attenti nelle rilevazioni e nella promozione delle pratiche supportive. D’altro canto, la scelta di considerare come punto di osservazione l’ambulatorio del pediatra di famiglia, garante della salute del bambino, è una peculiarità non condivisa da altri studi.
Sono i pediatri (e anche i medici di famiglia e i ginecologi) a essere interpellati dai dati del presente studio (che rinforzano quelli di altre pubblicazioni), sulla necessità di interventi educazionali rilevanti, multiformi, coinvolgenti le famiglie, con azioni di supporto facilmente fruibili e con uno sguardo prioritario alle mamme giovani, con livelli di scolarità inferiore, prive di occupazione lavorativa, straniere, residenti nelle regioni del Sud Italia.
Federica Zanetto